University Coaching Desk

Se sei uno Studente Universitario e sei curioso di scoprire come il Coaching possa essere lo strumento per esprimere la migliore versione di te stesso, non puoi perderti i webinar gratuiti che abbiamo organizzato apposta per te! 

Chi è lo “studente”?

Chiunque, iscritto ad un percorso formativo, necessiti di migliorare la propria performance, godendo del percorso formativo stesso!

Ogni webinar è stato creato dalle nostre Coach Cecilia Gandini e Marta Silvino per guidarti alla scoperta di specifici meccanismi interni della Mente, e di alcune delle tecniche di Coaching utili per allenarti a sviluppare strategie efficaci, per vivere il tuo percorso universitario in modo consapevole ed appagante.

Ti ricordiamo che, sempre Cecilia e Marta, avevano pubblicato un Questionario di Ricerca relativo a: cercare di conoscere le emozioni più sentite dagli Studenti durante la Pandemia 2020; eventuali differenze di vissuto tra il primo lockdown e il secondo; e quali tipi di aiuto, e con quali strategie, gli studenti hanno affrontato i vari Cambiamenti.

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Il mondo delle università ha subìto, nel corso di questi mesi di emergenza sanitaria, problemi molto simili a quelli affrontati dalla scuola. Non sono state sufficientemente indagate le conseguenze, a breve e a lungo termine, di misure che in poco tempo hanno sconvolto la quotidianità della comunità accademica.

A maggio 2020, subito dopo la fine del lockdown di marzo e aprile, un gruppo di ricerca composto da alcuni giovani ricercatori di diversi atenei italiani ha diffuso, con la collaborazione del CNSU (Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari), un questionario il cui scopo era raccogliere dati e opinioni sul modo in cui gli studenti universitari hanno vissuto quel primo periodo di chiusura. La ricerca, i cui risultati sono stati sviluppati nei mesi successivi, ha poi dato vita a un volume dal titolo “Sotto esame. La vita degli studenti universitari al tempo del Covid-19” curato da Giuseppe Monteduro, docente di Sociologia all’università del Molise.

A partire dal 2 marzo 2021, è stata inoltre avviata la seconda fase della ricerca, dal titolo “L’esperienza di vita degli studenti universitari”: coordinata dal gruppo di ricerca in collaborazione con il CNSU, indaga le differenti condizioni della popolazione studentesca in relazione a didattica, disuguaglianze, relazioni sociali, orientamenti valoriali e stili di vita.

Le questioni esplorate dai ricercatori non si limitano alla dimensione meramente didattica: dopo un primo periodo di adattamento, caratterizzato dai comprensibili disagi causati dalla necessità di adattarsi, improvvisamente, a una nuova modalità didattica, la DAD si è rivelata, in ambito universitario, uno strumento in certa misura utile, in quanto capace di sopperire ad alcune limitazioni delle tradizionali lezioni in presenza. Dal questionario – al quale hanno partecipato più di sedicimila studenti distribuiti sull’intero territorio nazionale – emerge, innanzitutto, una maggiore percentuale di studenti frequentanti per la didattica a distanza che per quella in presenza (92,3% contro l’89,6% delle lezioni fisiche).

Questo dato è spiegato dal fatto che la prima elimina limitazioni temporali e geografiche – come la sovrapposizione delle lezioni con gli orari di lavoro o le difficoltà di spostamento – tipiche delle lezioni in presenza, e offre dunque nuove possibilità di fruizione dei corsi agli studenti lavoratori (che nel 2018 erano il 65,3% della popolazione studentesca) o genitori, o a chi ha una disabilità. Nonostante il carattere maggiormente inclusivo, da questo punto di vista, della DAD, la componente più numerosa fra gli studenti che hanno partecipato all’indagine (il 44,2% dei rispondenti) ha espresso il desiderio, quando sarà possibile, di tornare a una modalità completamente in presenza. Tuttavia, un numero di poco inferiore (il 41,2%) sembra optare per una didattica mista, mentre solo il 14,6% si dice a favore di quella interamente online.

Quel che manca alla didattica a distanza, dunque, non è tanto l’aspetto contenutistico: questo, anzi, risulta addirittura parzialmente migliorato, grazie all’ausilio dei mezzi telematici. Piuttosto, in un contesto universitario interamente mediato dalla tecnologia, a venire meno è la dimensione relazionale, di interazione umana, che gli studenti individuano come elemento centrale, e di grande valore, nell’esperienza universitaria.

Fonte: https://ilbolive.unipd.it/it/news/disuguaglianze-diritti-relazioni-luniversita 

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La ricerca condotta in Italia da Commodari et al. (2021) ha valutato la percezione del rischio per la salute e l’impatto psicologico dell’esperienza di quarantena sugli studenti universitari durante la prima ondata della pandemia, nell’aprile-maggio 2020, ovvero nel precedente periodo di blocco totale. Il 57,8% degli studenti già in quella prima fase riportava di aver studiato meno del solito durante il lockdown e il 47,5% temeva che questa emergenza potesse incidere negativamente sulla carriera universitaria. Venivano riscontrati significativi effetti psicologici del periodo di quarantena negli studenti universitari. In particolare, gli studenti riferivano aumento, rispetto al solito, di sentimenti di tristezza (51,3%), nervosismo (64,6%) e irritabilità (57%), insieme a difficoltà di concentrazione (55,9%), disturbi alimentari (73,6%) e del sonno (54,5%), tachicardia (65%) e tendenza a piangere (65%).

Resta da accertare come gli studenti in difficoltà cercano di superare i loro problemi, quali supporti cercano (e quali trovano), e che rapporti esistono tra il malessere che si traduce talvolta in sintomi psicopatologici, i cambiamenti esistenziali percepiti durante la pandemia, e le condizioni personali e sociali dello studente e del suo contesto di vita. Il citato studio di Commodari e al. (2021) riporta che durante il lockdown la maggior parte degli studenti ha trovato un sostegno adeguato sia nelle famiglie (77,3%) che negli amici (80,1%); ma questi dati si riferiscono alla prima ondata di blocco, mentre è interessante conoscere come la situazione si sia evoluta dopo il prolungamento – inizialmente inatteso e tuttora perdurante, con incerte previsioni sul futuro – della pandemia e delle sue limitazioni di movimento e di relazioni.

Fonte: http://www.bollettino.unict.it/sites/default/files/allegato-articoli/Survey%20studenti%20Ateneo_2021.pdf 

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