Mariangela Pascucci si è certificata Mental Coach nel 2023 e sta per conseguire la certificazione in Mental Coach Professionista. Ha maturato una Laurea in Scienze e Tecniche Psicologiche. La pluriennale  esperienza nel campo dello sport e del benessere l’ha portata con il tempo a maturare la convinzione che la persona è mente, spirito e corpo. Collabora con atleti e team sportivi come Mental Coach, inoltre adotta le metodlogie di Coaching anche nell’ambito del suo lavoro di psicologa specializzata nella riabilitazione psicomotoria di disabili fisici e psichici. È profondamente convinta che sia possibile sviluppare l’empowerment di ogni persona, trasformare gli aspetti che generano ansia, frustrazione, infelicità, tirando fuori il coraggio di scegliere. Nella vita, come nello sport, migliorare la performance è un obiettivo raggiungibile, con metodo, impegno e amore.

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Guardare questo film mi ha permesso di riflettere sul rapporto tra scopo della vita e perseguimento di un obiettivo, sulla gestione del team e sulla personalità della protagonista. Personalmente gli strumenti di Coaching che ho utilizzato sono domande sul coraggio, la fiducia, la perseveranza, l’ascolto e la trasformazione.

Molto pertinente è la citazione di P.Cohelo sul coraggio: “la gloria del mondo è transitoria e non è questa che ci dà la dimensione della nostra vita, ma è la scelta che facciamo di seguire la nostra leggenda personale. Credere nelle nostre utopie e lottare per i propri sogni.

Diana ha creduto alla propria utopia, senza lasciare che le sconfitte scalfissero le proprie convinzioni; da ogni tentativo fallito ha appreso una lezione, che le ha permesso di non ripetere mai lo stesso errore così da “controllare il controllabile”. Credenze sul significato del proprio cognome, sul proprio talento l’hanno portata a realizzare il proprio sogno. Se l’obiettivo non è altro che il sogno a cui viene messo una data, credo che esso si sia realizzato quando veramente Diana ha sentito dentro di sé di potercela fare, facendo pace con se stessa. Le motivazioni che hanno rispolverato questo sogno, tuttavia, sono molteplici, tra cui una certa predominanza di alcuni aspetti del carattere, l’agitazione di non aver realizzato un bisogno.

L’ascolto è un tema sempre molto forte e anche in questo film è quello che fa la differenza tre vincere e perdere; sono due livelli l’ascolto di sé stessa e l’ascolto del team. Inizialmente le parole della nuotatrice riecheggiano fuori e dentro sé, si susseguono nei perché del narcisismo, occupano tutto lo spazio, al punto che non c’è posto per qualcosa di nuovo e per l’altro.

L’arte del sentire con attenzione ed empatia non appartiene a Diana e se da una parte le sue credenze l’hanno spronata a ripetere la traversata, dall’altra, sono state limitanti proprio perché non ascoltava né se stessa né gli altri. Nel corso dei quattro anni di tentativi ci fu però un’evoluzione, infatti parafrasando le parole di Kandinskij e accettando l’assunto di I.Battista, il successo della traversata è arrivato nel momento in cui la nuotatrice ha integrato il suo vissuto, accettandolo, dando un ritmo, un movimento alla sua nuotata. Kandinskij desiderava che i suoi dipinti potessero essere ascoltati perché tutto quello che ascolti dentro di te prende il colore ed il suono di quello che stai vivendo, e provando, in quel preciso momento. “Ascoltarsi è far pace con se stessi e il proprio vissuto personale, è accettare ciò che si sente senza giudicarsi.”(I.Battista).

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La fiducia è quell’atteggiamento che porta a prosperare anche nell’incertezza. Esiste la fiducia negli altri e la fiducia in se stessi: difficile avere la prima se non si possiede la seconda. Tanto fiduciosa nei suoi mezzi quanto indifferente delle competenze del team. Un gruppo di persone necessarie per la traversata. Quel gruppo di persone ha dovuto trasformarsi in un gruppo di professionisti, ognuno indispensabile per le sue conoscenze ed esperienze, che insieme hanno condotto Diana al successo; ma prima che si arrivasse al fidarsi, ed affidarsi, la nuotatrice si è trovata sola.

La perseveranza è quella capacità di cui Diana è da esempio: cominciare un’impresa è facile ma portarla avanti, o a termine, è tutt’altra storia. Giannoni scrive: non fermarti quando sei stanco. Fermati quando hai finito. Le 52 ore in acqua sono state l’ultimo sforzo dopo anni di allenamenti e fallimenti, senza mai cedere. Manca solo un ingrediente, in grado di schiudere e sprigionare il potenziale del Coraggio, della Fiducia, dell’Ascolto e della Perseveranza e arrivare al finale: la trasformazione. E da come essa amalgamerà gli ingredienti si determinerà il successo o la sconfitta.

Diana Nyad ha avuto il coraggio di dar forma al suo bisogno di realizzare un sogno, ha trasformato l’ascolto in un dialogo intimo e sincero, ha trasformato la solitudine dando fiducia al team, e forse trasmettendo a tutti quella convinzione che li ha portati a fare la traversata. Guardando il film tra le tante domande una è predominante: ho guardato un’impresa sportiva o un tentato omicidio/suicidio? Questa maratona, come altre al mondo, cosa hanno di sportivo? Mente e corpo sono portate allo stremo e all’estremo per cosa? Cosa si impara tagliando il traguardo?

Personalmente ho dei dubbi che il significato di sport includa queste discipline, mentre ritengo siano degli esempi per studiare la mente umana e confermare alcuni assiomi che già conosciamo: l’età non ha importanza, volere è potere etc. Probabilmente in maniera superficiale la prima impressione è stata: una narcisista che è disposta a far morire un team per un suo sogno; le capacità come la perseveranza, il coraggio, la fiducia, l’ascolto necessitano di essere contestualizzate nell’ambiente e nella situazione, altrimenti, come Colui che non deve essere nominato, faremmo grandi cose…Terribili, certo, ma grandi! (cit. La Pietra Filosofale).

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University Coaching è un’Accademia di Alta Formazione che si impegna costantemente nella diffusione della Cultura del Coaching come strumento di Empowerment e Crescita Personale. La valorizzazione della persona, la crescita in consapevolezza, l’individuazione dell’obiettivo sono alcune delle aree in cui il Coaching può fare la differenza.

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