Siamo felici di incontrare un crescente successo per quanto riguarda il Coaching e la nostra Rivista. Come sapete abbiamo affrontato già due emozioni importanti nelle precedenti uscite, la Fiducia e la Trasformazione, e abbiamo riservato la nostra attenzione per questo numero alla Perseveranza.
Nei momenti davvero difficili è la Perseveranza che ci permette di mantenere alto il livello di tenacia. Spesso siamo più vicini che mai al successo, ma proprio all’ultimo ci manca quella qualità intima ed emotiva necessaria per raccogliere tutto ciò che abbiamo seminato.
La Perseveranza è un cocktail di qualità come la pazienza, la resistenza, la concentrazione, la disciplina, spesso anche il coraggio, e ovviamente la tenacia. Il talento non basta: occorre perseverare! “Lasciate che vi dica il segreto che mi ha portato al successo, la mia forza risiede soltanto nella mia tenacia…”, diceva Louis Pasteur.
Molti sostengono che sia proprio la Perseveranza, soprattutto quella della natura, a “governare” il mondo. Questa emozione è in stretto contatto con la nostra parte più volitiva. “Volere è Potere!”. Uno dei miei primi maestri di tennis, Bernardo Anatrini, mi scrisse: “L’impegno promette il premio, la perseveranza lo porge”.
Steve Jobs sosteneva che ciò che separa gli imprenditori di successo, da quelli che il successo non lo raggiungono, è la pura perseveranza. E, ovviamente, vista la mia passione per la filosofia buddhista, vi ricordo, che secondo il Dalai Lama, le Sei Perfezioni sono: generosità, disciplina, pazienza, perseveranza, concentrazione e conoscenza trascendente. Buddha stesso diceva: “Se poniamo a confronto il fiume e la roccia, il fiume vince sempre, non grazie alla sua forza, ma alla perseveranza”.
Cominciare un’impresa (perseguire una meta, un obiettivo, un sogno) è per certi versi facile, ma portarla avanti, o a termine, è tutta un’altra storia. A quel punto, dobbiamo scavare nel pozzo della nostra più intima volontà. L’unica garanzia per il fallimento è smettere di provarci! La Perseveranza è il duro lavoro che facciamo dopo che ci siamo stancati del duro lavoro che abbiamo fatto…
Vi saluto con Lutero: “Anche se sapessi che domani il mondo andrà in pezzi, vorrei comunque piantare il mio albero di mele”.
Buona lettura e Buon Coaching!
Il Direttore Editoriale, Amanda Gesualdi