Christian Nobile, giocatore di Football Americano, ha disputato Campionati di serie A per 17 anni vincendo tre Campionati Italiani ed entrando in Nazionale per quattro stagioni. Attualmente Allenatore-Capo in una squadra di seconda divisione e Personal Trainer, segue con noi un Percorso per divenire Mental Coach. A seguire la sua relazione sul libro “Intelligenza Emotiva” di Daniel Goleman e in chiusura un interessante parallelismo con il Seminario “Arousal & Performance”.

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Avreste mai detto che il nostro quoziente intellettivo è responsabile solo per il 20% del nostro successo personale? Questo spiegherebbe perché non tutti raggiungiamo il “successo” e soprattutto darebbe spiegazione a come mai alcune persone con ottimi risultati accademici, abbiano meno successo di persone che a quei risultati non si sono nemmeno avvicinati.

In questo libro Goleman ci spiega l’importanza dell’intelligenza emotiva, che agisce all’80% sulle nostre capacità di ottenere risultati. L’intelligenza emotiva si basa su auto-controllo, empatia e consapevolezza, in pratica il saper gestire, riconoscere e utilizzare le nostre emozioni all’interno di tutti gli ambiti della nostra vita, siano essi familiari, professionali, sociali o sportivi. Le emozioni fondamentali sono sei:
 Felicità, Tristezza, Collera, Sorpresa, Timore, Disgusto. Ognuna di queste influisce attivamente in tutti i momenti della nostra vita, pensate ad esempio a dover affrontare un colloquio di lavoro, quanto riuscirete a gestire il timore di fallire cambierà il modo che avrete di porvi di fronte alla persona che vi starà valutando, e questo sicuramente avrà un peso importante per il risultato del colloquio stesso.

Scomponiamo questo evento analizzandolo secondo le tre abilità fondamentali dell’intelligenza emotiva:
Autoconsapevolezza: si sviluppa prestando attenzione ai nostri stati interiori, in questo caso il timore di fallire potrebbe essere decifrato con un senso di nervoso, figlio di uno stato di ansia generalizzato. Fondamentale sarà riuscire a riconoscere quest’emozione e scomporla fino a capirne la vera causa; è fondamentale capire quale emozione stiamo provando e da dove proviene, in modo da poter agire sulla fonte dell’emozione e non sull’effetto che essa porta. Questa fase ci porterebbe a gestire meglio o risolvere la nostra ansia da prestazione e quindi essere più efficace focalizzandoci sui nostri punti forti da mettere in gioco al colloquio.
Autocontrollo: è una conseguenza dell’autoconsapevolezza; una volta riconosciuto lo stato di ansia lo devo accettare e non reprimere, accettarlo metterà in moto una ricerca di risorse interiore per controllarlo e impedirà che l’ansia abbia il suo effetto dirompente annebbiandomi la mente e bloccandomi all’interno del colloquio.
Empatia: naturalmente in tutti i casi in cui abbiamo rapporti con l’esterno, quindi anche nel caso di un colloquio di lavoro, interagiamo con qualcuno che in quel momento sta provando emozioni e ne subisce le conseguenze. Noi non possiamo sapere se il giorno prima il reclutatore ha scoperto che il partner lo tradiva o se ha vinto alla lotteria o se sta per licenziarsi lui stesso; tutti questi eventi scateneranno in lui emozioni che avranno effetto sul suo lavoro di reclutatore. Riuscire a percepire lo stato d’animo e i sentimenti dell’altra persona è fondamentale per orientarci nel contesto sociale nel quale vogliamo operare e naturalmente modificare il modo in cui porci. Prestare attenzione al linguaggio del corpo, il modo in cui ci parla, e tutto l’ambito non verbale, ci aiuterà a capire in quale situazione ci troviamo e a comportarci di conseguenza.

Naturalmente è un esempio, Goleman ci illustra come queste tre abilità siano presenti in tutti i contesti in cui viviamo e degli innumerevoli vantaggi, anche di salute fisica, che ne potremmo trarre dall’imparare a padroneggiarle. Punto centrale del libro, che ha messo molto in discussione me e mia moglie come genitori, è l’importanza dello sviluppo dell’intelligenza emotiva a partire da neonati. Ora come ora le skills che riguardano l’intelligenza emotiva sono lasciate completamente al caso, nessuno si preoccupa di insegnare alle persone a gestire le proprie emozioni, bisogna aver avuto la fortuna di avere genitori attenti o comunque un carattere predisposto in questo senso. L’insegnamento dell’intelligenza emotiva è fondamentale per la salute della persona e di conseguenza per la nostra comunità, la gestione delle emozioni sia positive che negative ha un ruolo centrale nella nostra salute mentale e nelle nostre relazioni umane. Imparare a gestire il nostro Sé emotivo renderà migliori noi e l’ambiente che ci circonda, caleranno criminalità e depressione, ci saranno persone coscienti delle loro potenzialità che si concentreranno sull’applicarle in maniera positiva, sapendo trasformare i fallimenti in opportunità e trovare soluzioni sempre più nuove e creative per raggiungere i propri obiettivi.

Vi porto un esempio personale di gestione di un “fallimento”. Io sono un coach di football americano, per deformazione professionale sono abituato ad analizzare tutte le mie partite e quelle degli avversari per capire la mia situazione attuale e come poter migliorare. Nello scorso weekend ho partecipato ad un seminario organizzato dai miei insegnanti di mental coaching, sull’Arousal, la Motivazione e la Rabbia. Per farla breve alla fine c’è stato un momento di gioco dove siamo stati divisi in gruppi, ognuno di essi capitanato da un manager (che aveva anche esposto un argomento durante la giornata) e 5 partecipanti al seminario. I nostri insegnanti hanno volutamente omesso che si trattasse di una competizione con anche un premio, in modo che i gruppi fossero più sciolti e non avessero la pressione data dalla competizione.

Il compito consisteva nell’organizzare la cena di Natale in un luogo a nostra scelta con sei invitati con caratteristiche umane e di abitudini alimentari/credenze molto diverse. Il compito andava esposto alla classe e successivamente a sorpresa votato dai presenti. Ho analizzato, quindi espongo un’opinione totalmente personale che può anche non rispecchiare la realtà, il perché siamo arrivati secondi e cosa il mio gruppo ha sbagliato secondo me.

Noi abbiamo avuto un impatto molto costruttivo, anche se nel gruppo attivamente abbiamo lavorato in 4 su 6, e ci siamo posti in maniera diversa da tutti. Abbiamo esposto in 3, mostrando un vero spirito di squadra, abbiamo creato un menù che fosse congeniale a tutte le differenze culinarie dei nostri ospiti, e i regali a cui abbiamo pensato portavano i nostri ospiti ad auto-ironizzare se stessi o riflettere su alcune potenzialità nascoste creando un ambiente più empatico e socievole.

Abbiamo perso contro un gruppo che ha fatto girare tutto intorno al momento sociale che stiamo vivendo con il Covid19, con piatti inventati, che grazie agli ingredienti non potevano essere consumati da tutti i presenti e il regalo finale era una speranza. Arrivati al ballottaggio i due manager hanno avuto 30 secondi per convincere l’aula a votare per loro, il nostro manager colto da questo con sorpresa e dalla goliardia del momento, ha scherzato sul fatto che nel nostro Natale si bevesse di più, l’altro manager con un background molto competitivo, ha continuato ad enfatizzare la questione del Covid19.

Questo esempio di comunicazione spiega in sintesi la capacità dell’intelligenza emotiva. Il gruppo che ha vinto è stato capace di entrare meglio in empatia con l’aula sollevando un argomento popolare ed emozionale in questo momento, che ha generato una compassione generale che li ha portati ad ottenere più voti, nonostante il nostro compito fosse più centrato rispetto alla consegna. Il nostro manager nello speech finale avrebbe potuto enfatizzare alcuni lati del lavoro e probabilmente avremo preso più voti, ma avremmo perso comunque.

Sviluppare l’intelligenza emotiva ci darà molti strumenti in più per valorizzare noi stessi e i rapporti sociali, non esisteranno più fallimenti ma solo lezioni da cui imparare e migliorare!

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Christian Nobile ha scritto per noi anche il seguente articolo: The Inner Game of Football

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