Qui di seguito un articolo estratto dal libro di Amanda Gesualdi, Co-Founder di University of Coaching, “Coaching Sense“.
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“Quando abbracciamo ciò che è dentro di noi, il nostro potenziale non ha limite. Ma quando neghiamo il nostro istinto e lottiamo contro i nostri più profondi desideri, iniziano le incertezze. Dove ci porta questo cammino? E per coloro che temono ciò che è dentro di loro, la domanda più importante: è possibile cambiare ciò che siamo? Siamo tutti, e per causa nostra, la somma delle nostre paure; per andare in contro al destino dobbiamo inevitabilmente affrontare queste paure e sconfiggerle poco importa se vengono da ciò che ci è famigliare o dall’ignoto.” Mohinder Suresh — Heroes
Coaching Sense allarga le frontiere del Coaching facendolo diventare un Settimo Senso, o accettando la spiegazione dei 12 Sensi di Rudolf Steiner (presente in questo volume), un Tredicesimo Senso! Per fare un buon lavoro di Coaching è necessario avere delle solide basi culturali in vari ambiti, soprattutto nella Psicologia Transpersonale. Non sto parlando di attestati o di lauree, ma di cultura personale ed esperienziale. Fondamentale è conoscere se stessi, percepirsi, aver sviluppato Intelligenza Emotiva, Spirituale, Ecologica. Vivere aspirando ad un Benessere profondo, allargando le frontiere sul concetto di “Mente”, abbracciando stili alimentari evoluti o che ci permettano di evolvere.
Il Coaching affonda le proprie radici in tempi molto lontani. Il primo ad interessarsi alla disciplina “madre” del Coaching, fu Socrate, noto filosofo greco del V secolo Avanti Cristo. Il suo “fare domande”, noto come Arte della Maieutica, aveva lo scopo di portare le persone ad approfondire la ricerca sui temi in esame, piuttosto che a trovare le risposte “corrette”.
La parola ha origine dal termine francese coche, carrozza o cocchio (derivato a sua vota dall’ungherese kocsis o dal ceco Koczi). Nel XVI secolo “coche” identificava un mezzo di trasporto trainato da cavalli e condotto da una guida: il cocchiere. Il termine anglosassone invece rinvia il Coaching all’ambito sportivo.
Nel XIX secolo in Inghilterra gli studenti universitari verso la fine del proprio percorso utilizzavano il termine Coach per indicare i migliori Tutor, dando loro titolo rispettoso e autorevole.
Negli Stati Uniti, la figura del Coach nasce per sviluppare e incrementare la prestazione sportiva; il Coach non solo guidava la squadra e la allenava, ma la seguiva dal punto di vista emotivo, la stimolava, creava spirito di gruppo per affrontare gli avversari con maggiore carica e sicurezza. Attraverso la guida costante del Coach i giocatori e il Team sviluppavano quelle capacità e competenze che rendevano il gruppo stesso motivato e forte, capace di raggiungere gli obiettivi attesi.
Il contributo più importante al Coaching moderno fu dato nella seconda metà degli anni ’70 del Novecento, dal californiano W. Timothy Gallwey, allenatore della squadra di tennis dell’Università di Harvard e primo a mettere nero su bianco i suoi principi di base. “C’è sempre un gioco interiore in corso nella nostra mente, non importa in che altro gioco siamo impegnati. Il modo in cui lo affrontiamo è quello che spesso fa la differenza tra il nostro successo e il nostro fallimento.” Nei libri pubblicati, Timothy Gallwey, proponeva l’applicazione in molti campi: sportivi come il tennis, il golf, lo sci e la musica, ma anche lavorativi. Le sue indicazioni sono state applicate anche nel campo degli affari, della salute, dell’educazione.
Negli anni novanta la figura del Coach compare nelle imprese. Inizialmente le figure destinatarie dell’intervento del Coach furono i Manager che per sviluppare e migliorare le loro capacità umane e professionali si affidarono a consiglieri di fiducia quali i Coach. Fino ad allora era vista come una novità ed una moda nel campo dei direttori della formazione, ma praticamente sconosciuta alle altre professioni.
Il Coaching può essere rivolto a chiunque, e a qualsiasi età. Persone che vogliono vivere con maggiore soddisfazione la loro vita, e raggiungere obiettivi significativi, genitori, adolescenti, imprenditori, manager, insegnanti, atleti e a tutti coloro che desiderano migliorare le performance e raggiungere obiettivi particolarmente impegnativi. In un rapporto di Coaching, l’allenamento e la valorizzazione delle potenzialità personali, permette di inquadrare l’essenza stessa del Coaching: accompagnare la persona verso il massimo rendimento attraverso un processo autonomo di apprendimento.
L’attività di Coaching è spesso affiancata da un termine che ne identifica i destinatari, per esempio: il Life Coaching, lo Health Coaching, il Relationship Coaching, il Parent Coaching, il Leadership Coaching, l’Executive Coaching, il Team Coaching, ecc.. Il Coaching è un processo relazionale con l’obiettivo di aiutare la persona, o il gruppo di persone, ad acquisire una maggiore competenza professionale e/o a superare barriere che ostacolano il miglioramento della performance stessa.
La parola “Coach” evoca quella dell’allenatore, nel caso del Life Coaching, ad esempio, il Coach allena la persona a sviluppare il suo potenziale latente al fine di vivere con più soddisfazione la sua esistenza, a darsi obiettivi concreti allineati ai propri valori personali, e a raggiungerli con motivazione. Il lavoro del Coach spesso investe il ragionamento e propone essenzialmente di cambiare abitudini (probabilmente poco funzionali al vivere la vita con soddisfazione), in favore di nuovi comportamenti positivi. Se lavora nell’area business, invece, può essere una persona dell’azienda o un consulente esterno. Nel primo caso il Coaching è meno centrato sulla cultura e valori professionali e più sulle competenze tecnico specialistiche. Nel caso del Business-Coach come consulente esterno l’accento è posto invece sulla prestazione, sul risultato e sul concetto di lavoro di squadra. L’attività di Coaching si occupa dell’intervento sulla dimensione psicologico-motivazionale e di crescita personale dell’individuo.
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Grazie all’accordo con Uni-Internazionale, gli studenti che hanno seguito, o seguono, con University Coaching, uno o più corsi formativi, potranno preventivamente usufruire del riconoscimento di molti esami del percorso di Laurea in Scienze e Tecniche di Mental Coaching, perché sostanzialmente già adempiti. Grazie al riconoscimento dei crediti formativi il numero degli esami da sostenere sarà ottimizzato rispetto all’intero percorso.
Per candidarsi e ricevere una pre-valutazione inviare il CV ed una Lettera Motivazionale alla Commissione tramite mail all’indirizzo: info@universitycoaching.it