Oggi siamo al parco! Niente poltrona, ufficio, studio. Ma nel verde e all’aria aperta! Cureremo così corpo e mente: mens sana in corpore sano, ma soprattutto corpore sano in mens sana! Il Coaching migliora la qualità di vita delle persone.
La Natura ci aiuta a visualizzare, migliorare il self-talk, meditare, riflettere, progettare. Camminare ci riporta ai gesti semplici e vitali, pensare in movimento è più facile. L’insegnamento chiave è: cercare la motivazione dentro se stessi.
Un allenamento mentale costante ci dona forza e sicurezza, e i benefici si possono raccogliere in breve tempo anche nella vita di tutti i giorni. Si impara a reagire meglio alle emozioni, a gestire i momenti di difficoltà e a migliorare la propria autostima. Insomma, si combattono la depressione e l’insicurezza, e si guadagna in grinta e positività.
“Per mantenere l’equilibrio devi muoverti…” diceva Einstein; ed il Coaching lavora sull’equilibrio psico-fisico. Il corpo ha bisogno di muoversi! Nulla rivela più cose del movimento. Mi muovo, dunque sono… Ogni movimento, di qualsiasi natura esso sia, è creatore.
L’importanza di un set dinamico di Coaching per creare, e catalizzare le potenzialità. Una doppia necessità: muoversi e sapere in che direzione. “Senza emozione, è impossibile trasformare le tenebre in luce e l’apatia in movimento.” (Carl Gustav Jung), e non c’è nulla di più emozionante della natura.
Domande, risposte, senso, cammino… Il senso della vita è quello di trovare il nostro dono. Essere ciò che siamo, diventare ciò che siamo capaci di diventare. Qual è lo scopo della vita? Diventare più umani o produrre di più?
Non troviamo il significato della vita da soli, lo troviamo insieme a qualcun altro, ecco il perché del Coaching… Ogni uomo dovrebbe guardare dentro di sé per imparare il significato di ciò che facciamo ed il perché lo facciamo. Non è qualcosa che si scopre: è qualcosa che si deve modellare.
“Lo scopo della vita è lo sviluppo di noi stessi, la perfetta realizzazione della nostra natura: è per questo che noi esistiamo.” (Oscar Wilde)