Angela Scalia, ha conseguito una Laurea Magistrale in “Esperto dei Processi Formativi ad indirizzo aziendale”, Mental Coach Professionista, ci presenta un suo Progetto di Coaching Educativo all’interno di una Scuola dell’Infanzia.
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Compito del Coaching Educativo è quello di aumentare la capacità di individuare quali siano gli obiettivi da perseguire e di accrescere il livello della comunicazione. Inoltre, il Coaching Educativo dà la possibilità di identificare gli schemi di condotta, di migliorare la capacità di fare squadra e di creare un ambiente maggiormente armonico. Questo accrescimento delle competenze può essere attuato su più livelli:
– nella propria dimensione professionale e personale
– nello staff di insegnanti
– nella gestione del gruppo classe
– nella gestione della relazione con i genitori
– nella gestione della relazione con tutti le figure professionali con cui le insegnanti sono a contatto (collaboratori scolatistici, altre figure educative, dirigenti scolastici, ecc.)
Obiettivo del progetto: fornire strumenti di Coaching Educativo alle insegnanti. L’intento è quello di fornire delle linee guida di coaching da agire nella azione professionale. In questo progetto si fornirà una serie di strumenti di coaching andando ad agire su tre livelli:
– la dimensione professionale
– il gruppo classe
– lo staff delle insegnanti
L’uso degli strumenti e la valutazione sono assolutamente personali e sono condivisi solo con il Coach. Ogni insegnante, a seconda della sua disponibilità, una volta utilizzato lo strumento di coaching, può confrontarsi con il Coach, sull’efficacia dello stesso. Lo scopo è quello di monitorare la situazione di partenza e di vedere come l’azione del Coaching Educativo sia stata utile agli insegnanti nella gestione della loro professione. Gli strumenti saranno forniti tenendo conto della scansione tipica del coaching: 1) Stabilire una meta; 2) Esaminare la realtà; 3) Attivare un piano di azione: cosa si va a fare, quando farlo e chi lo fa (la persona e la sua volontà).
L’intento è quello di diffondere strumenti o metodologie non andando oltre quello che ogni insegnante ritiene significativo per sé. Ogni insegnante segue la sua naturale inclinazione, il Coach fornisce lo strumento indicando un tempo indicativo di raccolta dei dati, ma il tempo è appunto, solo indicativo. Il passaggio allo strumento successivo è assoltuamente volontario e segue la prospettiva dell’insegnante, non quella di chi attua il progetto, come è naturale nei processi di coaching.
Primo strumento: la meta. Ogni insegnante ha una sua dimensione con cui vede il mondo educativo, la relazione con i bambini, i propri colleghi, i collaboratori, il mondo della scuola e la relazione con i genitori. I costrutti sono frutto di anni di esperienza e di riflessione, e per chi è nuovo all’insegnamento, sono il risultato di un percorso formativo, ma ognuno ha una sua specifica visione. Perché uno staff funzioni, il risultato finale dovrebbe essere una sintesi delle visioni di tutti, non esiste una più importante dell’altra, sono tutte allo stesso modo rilevanti: solo attraverso la consapevolezza delle diverse prospettive si può lavorare su un terreno comune. Il primo strumento è utile per definire le mete di ciascun insegnante riguardo la sua visione educativa e il suo modo di vivere il rapporto con i colleghi. Per chi lo desidera, la riflessione si può estendere anche alla relazione tra insegnante e genitore.