Vi proponiamo un articolo tratto dal libro Emotions di Amanda Gesualdi

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L’ordine sociale dipende dalla comunicazione e l’espressività è stata una forma di comunicazione di molto anteriore alla comparsa di qualsiasi linguaggio. I bambini, già a tre mesi di vita, sanno comunque distinguere le espressioni negative da quelle positive e cogliere la differenza tra una faccia animata ed una priva di espressione. Essi rispondono con un atteggiamento negativo a espressioni di emozioni negative. In particolare i bambini si rifanno alle espressioni della madre come guida per il loro comportamento nelle situazioni ambigue. Partendo da questa linea di ricerca si può arguire che un eccesso di espressioni negative o una mancanza di espressione da parte dei genitori può creare difficoltà alla crescita del bambino. Espressioni di emozioni positive nel rapporto madre-bambino sono associate allo sviluppo di un attaccamento sicuro, il quale, a sua volta, è associato a una buona salute mentale, mentre un eccesso di espressioni di emozioni negative si collega a un attaccamento insicuro e a un carattere difficile, tendenti entrambi ad aumentare il rischio di problemi di salute mentale.

Come osservarono C. Darwin, W. James e molti altri prima di loro, è possibile manipolare l’espressione delle proprie emozioni e in tal modo influenzare le proprie esperienze emotive. Questa idea è stata sottoposta a verifica sperimentale nel 1974 da J. Laird. Il risultato di questo, e di altri esperimenti simili, fu la dimostrazione che, quando a dei soggetti si fanno muovere i muscoli facciali in modo tale da produrre l’espressione di un’emozione, essi tendono a provare l’emozione corrispondente, anche se sono tenuti all’oscuro della natura e degli scopi dei movimenti muscolari eseguiti. Effetti ancora più evidenti si possono ottenere quando un’espressione volontaria controllata dal soggetto è impiegata per accrescere o diminuire un’esperienza emozionale in atto. Così, se ci sono forti ragioni perché i soggetti nascondano i loro sentimenti, reprimendo le espressioni in risposta a uno stimolo che sollecita emozioni, essi mostreranno una risposta fisiologica attenuata e avvertiranno uno stato emotivo di minore intensità. Nello sport è molto importante competere mantenendo un’espressione per così dire neutra o equilibrata, proprio per non dare vita ad emozioni come paura, sconforto, mancanza di fiducia, o altre emozioni, che anche se positive, potrebbero non essere efficaci ai fine della gara. In tal senso l’utilizzo di una adeguata tecnica respiratoria aiuta l’atleta a rimanere concentrato e nella sua zona di massima prestazione.

Il tema delle emozioni è senza dubbio uno dei più ampi e dibattuti dalla psicologia, dalla psicoanalisi, dalla neurofisiologia e dalla psichiatria. Nello sport siamo invasi dalle tecniche di misurazione e controllo per poter far competere l’atleta ai suoi massimi livelli. Molti esperti concordano che dopo decenni di ricerche e formulazione di molte teorie non esista, ancora oggi, una definizione di emozione che ne contempli tutti gli aspetti. L’attività emozionale è stata sempre contrapposta a quella mentale e razionale rappresentando, in qualche modo, la risposta istintiva dell’uomo. Nel confronto tra Oriente ed Occidente, abbiamo potuto comprendere che, Spiritualità e Scienza hanno cercato di trovare il modo di sviscerare la natura profonda delle emozioni, magari in modi diversi, ma arrivando alle medesime conclusioni.

Le Psicologie Orientali ci stanno fornendo, negli ultimi decenni soprattutto, svariate tecniche e strumenti esperienziali al fine di trovare e far trovare, ad esempio ai nostri atleti, il giusto equilibrio per affrontare la competizione sportiva, e per vivere nel ben-essere; le Psicologie Occidentali invece si sono dedicate maggiormente alle ricerche, alle sperimentazioni, fornendoci informazioni preziose. Le filosofie e le culture orientali sono ricche di prodigiose ispirazioni e magnifiche intuizioni, ma la società e il mondo che ne derivano non sono privi di difetti e imperfezioni. Sono sempre esistite ed esistono ancor oggi in Oriente profonde incoerenze soprattutto dal punto di vista economico, politico e sociale, così come la cultura occidentale, pur orientata verso un’estrema industrializzazione e spersonalizzazione dell’individuo, è pur sempre ancor oggi culla della libertà di pensiero e della democrazia. Oriente e Occidente, utilizzando i punti di forza e rigettando quelli deteriori, possono incontrarsi e fondersi, completandosi come un Tao, e come la Teoria dello Yin e dello Yang ci suggerisce di fare.

Le emozioni negative rappresentano un importante fattore di rischio e di grave minaccia per la salute sebbene i meccanismi biologici dietro questa relazione non siano ancora del tutto chiari. La maggior parte degli stimoli emotivi ha valenza positiva o negativa perché soddisfa o minaccia un interesse personale. Ma il vero problema oggi è che le emozioni sono a rischio di estinzione! La minaccia principale per la salute non è più dettata dalle emozioni negative, ma dal riuscire a percepire, sentire, utilizzare, condividere le proprie emozioni. Un’emozione negativa repressa e non contattata è molto più potente e dannosa di una emozione negativa vissuta ed esternata.

Lo sport è un’esperienza carica di emozioni. Una vittoria importante può scatenare gioia e felicità così come una pesante sconfitta può portare tristezza e delusione. Lo stato emotivo dell’atleta può incidere sull’esito della competizione, influenzando la sua prestazione durante l’allenamento e in gara. Il ruolo dell’attivazione fisiologica è importante per l’esperienza emozionale nell’ambito sportivo: tali cambiamenti possono compromettere il funzionamento fisico e di conseguenza la prestazione. Le emozioni incidono sui livelli di attenzione e concentrazione. Forti reazioni emotive possono compromettere la concentrazione e restringere l’attenzione. L’attenzione focalizzata può essere positiva se contribuisce a tener fuori i fattori distraenti, ma diventa debilitante se il focus è rivolto a stimoli irrilevanti per il compito.

Solo negli ultimi anni le emozioni positive hanno ottenuto la giusta attenzione dalla psicologia dello sport e dal Mental Coaching, che ne hanno esplorato la relazione con molti degli aspetti che hanno un’influenza diretta sulla prestazione come l’attenzione, la rapidità decisionale e la fiducia in sé. Se gli atleti si concentrano sulla loro prestazione rispetto al risultato finale della competizione, al termine della performance svilupperanno più facilmente emozioni positive come la gioia, mentre se hanno attribuito importanza all’essere migliori dei propri avversari, sperimenteranno con maggiore frequenza emozioni come l’orgoglio, nel caso l’obiettivo venga realizzato, o tristezza in caso di perdita. L’attivazione emotiva prolungata, o stress, determina l’esaurimento delle risorse fisiologiche dalle quali dipendono la capacità di far fronte alle situazioni. È importante in questi casi riportare l’attenzione sullo stile di vita, su una alimentazione sana e naturale, sull’indagare cosa sia veramente importante nella propria vita e su cosa sia superfluo. Negli atleti stressati propongo un lavoro di analisi delle priorità, cercando di stabilire tempi e soluzioni per ogni situazione, in più introduco delle sedute di Meditazione estremamente utili ad abbassare il livello di ansia. Parecchi studi hanno evidenziato l’efficacia della pratica meditativa nella diminuzione di ansia e stress e nel miglioramento della salute. Studi Scientifici hanno identificato le seguenti componenti in comune con tutti i metodi meditativi: – Rilassamento, calma e senso di armonia psichica – Concentrazione – Alterato stato di coscienza – Sospensione dei processi di pensiero logico e razionale – Presenza di una attitudine alla auto-coscienza ed alla auto-osservazione.

 

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