Qui di seguito un estratto della Tesi di Donatella Lorato elaborata in occasione del Corso di Mental Coaching, organizzato dalla Società Sportiva Bocconi Sport Team in collaborazione con i Docenti/Coach Amanda Gesualdi ed Alberto Biffi (University Coaching), presso l’Università Bocconi di Milano.

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Qual è lo stato di salute del concetto di Leadership oggi? La risposta appare, più che complessa, indubbiamente complicata da una visione che ha radici storiche e psicologiche profonde e che vuole far coincidere la Leadership con un ruolo quasi meramente aziendale legato a potere, autorità ed influenza sugli altri. Questo sistema di ossessione per il controllo va chiaramente a scontrarsi con la realtà socio-economica che stiamo vivendo, in cui i protagonisti interagiscono in misura crescente e risultano sempre più interconnessi, generando maggiore complessità e conseguente difficoltà nel gestire l’imprevedibile. La complessità è un nuovo e potente punto di vista sistemico delle relazioni umane e di business fondato sulla consapevolezza della circolarità dei fenomeni e della interdipendenza delle azioni. Il nuovo Leader diventa così un “generatore” di contesti che facilita la propensione evolutiva, riconosce le dinamiche che muovono il tutto e agevola la crescita del sistema. Essere generativi significa “mettere al mondo” e prendersi cura di quanto generato così che questo possa crescere e fiorire. Tale dinamica, se letta trasversalmente, può riguardare la nascita di un nuovo “Io-Leader”.

Leadership significa letteralmente: “condurre la barca”. La capacità del Leader consiste nel gestire tutti questi aspetti e situazioni che comprendono se stesso, le proprie emozioni e le proprie competenze nonché la vita, le emozioni e le competenze delle persone che navigano con lui. Perché proprio la barca? Perché attinge al significato di uno dei più archetipici e universali racconti sulla Leadership e sulla salvezza. Avere capacità di Leadership in estrema sintesi significa: condurre in salvo la propria anima. In un modo o nell’altro, siamo tutti chiamati a essere i conduttori di una barca chiamata vita, a essere responsabili della guida delle future generazioni e della costruzione del mondo che desideriamo. L’alternativa è farci condurre: dalle mode, dalle ideologie, dai condizionamenti famigliari, sociali, culturali e dagli accadimenti esterni. La sola consapevolezza di essere Leader di se stessi, ci pone nella rosa delle persone che sanno di potere costruire la propria felicità e che utilizzano al meglio i propri talenti. La leadership è dunque molto più di uno status. È la competenza del Leader che include la visione sistemica del mondo e la capacità di generare nuovi paradigmi integrativi di pensiero e d’azione dove possano crescere profitto e benessere, amore e potere, visione globale e territoriale, persona e società, presente e futuro del pianeta. Prima di gestire e condurre gli altri, al Leader è richiesto di gestire e condurre la complessità della propria vita.

Focus del progetto Leadership Design Academy è la formazione della consapevolezza del Leader circa se stesso e i propri comportamenti, l’educazione delle competenze umane e l’apprendimento delle dinamiche intra e interpersonali nel privato, nei gruppi e nelle organizzazioni. L’esito del processo di formazione è una sintesi coerente fra le esigenze formative professionali, e/o aziendali e il rafforzamento dell’identità personale e sociale del Leader che comprende l’affinamento del suo stile di conduzione e la forza d’impatto della sua presenza. Il modello didattico è basato sui sei archetipi di Leadership, caratterizzati ognuno da tre dimensioni (self awareness, people management, organization management ), dalla cui integrazione emerge la Leadership Sistemica Generativa, un settimo archetipo di Leadership, risultato dell’apprendimento di nuove competenze e del rafforzamento di potenzialità latenti. Essa è il completamento della personalità, dello stile, della presenza, del sogno e del valore di ognuno.

In quest’ottica, il recente funzionamento organizzativo delle aziende abbandona la classica visione dell’organizzazione come deterministica, caratterizzata da una relazione lineare tra le variabili e da risultati aziendali standardizzabili, e richiede la presenza di un modello di Leadership innovativo, in cui il ruolo organizzativo non è ricoperto da una persona che esercita la propria autorità sugli altri, imponendo la propria visione individuale. Il nuovo modello di Leadership, infatti, a differenza delle teorie classiche sulla figura del Leader, promuove e facilita l’evoluzione di comportamenti d’interazione attraverso la creazione di condizioni per l’autorganizzazione degli individui e la generazione di contesti che favoriscano interconnessioni e scambi reciproci. La nuova figura del Leader “generativo” valorizza ogni componente del proprio team di lavoro attraverso un focus sul “care”, migliorando l’efficacia relazionale e promuovendo l’autonomia decisionale dei propri collaboratori.

La Leadership è naturalmente generativa: le stesse neuroscienze confermano che in fase di accudimento si produce più ossitocina, si abbassa il testosterone e si sviluppano una serie di soft skills come l’ascolto, la comunicazione, l’intelligenza emotiva, la creazione di alleanze, il giudizio, la decisione, la gestione del tempo, la capacità di delega e collaborazione, la creatività, l’apprendimento attivo, la visione e gestione del cambiamento. Poter coinvolgere altre persone nella propria vision è fondamentale. Solo sentendosi inclusi è possibile che ci sia attivazione anche a livello della mission personale. La vision non può perciò che essere trans-personale ed inclusiva: più è ampio il contesto a cui si rivolge il “per chi” si fa o si desidera fare qualcosa, più elevato è il possibile coinvolgimento di altre persone, poiché ogni persona ha bisogno di sentire che le azioni che compie sono importanti e sono mirate alla realizzazione di scopi che vanno al di là dei suoi interessi personali ed arrivano fino alla sua realizzazione personale. Significa vedere la realtà nella sua complessità: percepire, nell’interdipendenza dei fenomeni, i diversi livelli di generazione delle identità relazionali, fino a ricomprendere ciò che si fa – dal contesto in cui si opera, a cosa si fa ed a come lo si fa via via fino ai propri valori ed alle proprie convinzioni – in una risposta così ampia che è in grado di includere anche coloro che non conosciamo e tutti gli esseri viventi su uno stesso, unico pianeta.

 

Donatella Lorato – Executive Presence Coach – www.donatellalorato.com

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