Agnese Giannoni, Tutor & Coach UC, ci propone una relazione sul bellissimo film “Il Re” di David Michod.

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“Hanno cercato di seppellirmi. Ma non sapevano che io sono un seme”. (Proverbio Messicano)

Mentre l’Inghilterra governata da Enrico IV è devastata dalle guerre senza fine, il principe Hall, dal carattere ribelle si disinteressa delle sorti del suo paese e vive, ignave, fra il popolo fino alla morte del padre a seguito della quale si trova, suo malgrado, ad essere incoronato come Enrico V. Gradualmente la genuina assenza di potere, il rifiuto alla guerra si scontrano con le responsabilità della corona tra cui lo scontro con la Francia. Al suo fianco si trova il fedele John Falstaff, cavaliere decaduto e suo amico di bevute.

Personalmente ho individuato nei personaggi principali due Archetipi: 1) Re Enrico V: inizia la sua storia come “Il Distruttore”; rifiuta il padre, disprezza la sua politica, evade con l’alcool dalla realtà. Nella sua ribellione compie scelte distruttive ed autodistruttive senza mostrare rispetto per la sua vita e per ciò che lo circonda. In seguito alla sua maturazione personale e, guidato dal Saggio amico Falstaff, promuove scelte autentiche: “Non vi chiedo niente – chiederà alla futura sposa Caterina – se non che mi parliate sempre in modo chiaro e sincero… sempre. Potete farmi questa promessa?”. “Lo prometto” gli risponderà. 2) Falstaff è “Il Saggio”: al fianco di Enrico V ha l’esperienza per comprendere la realtà, la saggezza per non farsi travolgere dalle emozioni, il distacco per non replicare alle offese. Il suo ruolo è quello di mostrare al suo Sovrano che non c’è nessun Drago da combattere e da distruggere, che il vero vincitore è colui che ha vinto se stesso prima di scendere sul campo di battaglia. Per questo aiuta il Re a integrare la sua esperienza con i suoi valori, ad agire e non a reagire al Drago che gli si palesa nelle sembianze del Re di Francia. Il suo ruolo principale è quello di trasformare il “peso della corona”, percepito da Enrico V, in responsabilità e saggezza con cui governare il popolo.

Dopo la visione di questo film ho pensato alle battaglie che ho combattuto, combatto e combatterò. Purtroppo mi sono venute alla mente per prime le battaglie perse, il fatto che mi siano mancati validi alleati che mi sostenessero e un consigliere saggio. Ricordo, ad esempio, la fatica di varcare ogni giorno il portone del Liceo sapendo che sarei stata linciata con le offese di chi mi aspettava al varco, ricordo la battaglia persa con la commissione di maturità quando ho rivelato loro la mia scelta di iscrivermi alla Facoltà di Psicologia, il loro provare a sconfiggermi reputandomi “troppo timida e fragile per aiutare gli altri” invitandomi alla resa.

Altre ferite le ho riportate scendendo in battaglia sul campo di lavoro dove la mia creatività e disponibilità sono state saccheggiate invece che riconosciute e protette. Non so se è vero che ciò che non uccide fortifica, perché io, ancora oggi, quando vedo un gruppetto di persone che parlano tra di loro, percepisco il nemico, sento la sconfitta in ogni cellula del corpo e vorrei scappare invece di passarci vicino. Però credo, come afferma il Guerriero della Luce di Paulo Choelo che, quando l’allievo è pronto il maestro arriva. E quando il mio Maestro Saggio è arrivato, ha iniziato a riavvolgere il nastro del tempo per ridare una luce a quegli eventi che io chiamavo sconfitta. L’incontro è avvenuto durante il percorso di Mental Coaching ed ha dato un senso nuovo alla mia esperienza di tesi, ha legittimato il mio lavoro, la mia passione e la mia personalità.

Come ogni Saggio, anche il mio si è espresso con parole essenziali. Tutto quello che mi ha detto è una frase: “Resta umile”. Confesso che ho avuto bisogno di tempo per capirne il significato ed oggi sento di essersi riuscita. “Resta umile”: quando le persone intorno a te si esprimono in modo arrogante, resta umile. Quando ciò che succede intorno è privo di senso, “resta umile”: solo non giudicando puoi leggere cosa significhi quell’evento nel libro della vita. Quando ti senti uno zero, “resta umile”: guarda dove sei, quale posto scegli nel modo di relazionarti con l’altro, soprattutto nella tua professione. Ricorda a quale lato della persona ti poni quando le stai accanto: se metti prima te stessa, come lo zero togli valore a te e agli altri ma, se ti poni dopo, te e l’altro ne acquistate molto.

Quando ti senti un puntino tra miliardi di pagine: “resta umile” perché un puntino, a volte, cambia il senso di una frase e, a volte, anche quello della storia. “Resta umile”, così puoi imparare che ogni persona è frutto della testa e del cuore che ha. “Resta umile” mi ha consigliato. “Resto umile” ho risposto. “Promettilo, Agnese”; “Lo prometto, Coach!”.

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