Nei nostri corsi di Mental Coaching utilizziamo spesso i film, soprattutto biografici, per allenarci a cogliere gli aspetti ed i passaggi più significativi del racconto, e il senso del viaggio dei protagonisti. Analizziamo gli elementi chiave della performance, andando anche in profondità per scoprire Sub-Personalità ed Archetipi.

Oggi parliamo della miniserie (solo 7 puntate) capolavoro, La Regina degli Scacchi, tratta dall’omonimo romanzo firmato da Walter Tevis nel 1983, che racconta la storia di Elizabeth Harmon, una bambina orfana nell’America degli anni cinquanta, in pieno boom economico. Per sopravvivere trasformerà il gioco degli scacchi da innocente passione, ed ossessione, ad un vero e proprio viaggio dell’eroe. Il successo di questa serie è dato senza dubbio dalla brillante scrittura, ma anche dalla sua protagonista: Anya Taylor-Joy.

A cosa è ispirata la storia della Beth Harmon de La Regina degli Scacchi? Esiste una “storia vera” da cui il romanzo e la serie hanno tratto ispirazione? L’autore Walter Tevis, inserisce al suo interno alcune tematiche fortemente autobiografiche, come per esempio la propria passione per il gioco degli scacchi e, soprattutto, la dipendenza e l’alcolismo. Possiamo quindi dire che la protagonista Beth sia un alter-ego di Tevis. Lo scrittore per creare il personaggio della protagonista si è basato sulla figura del famoso scacchista statunitense Bobby Fischer: lo stile di gioco di Beth è in gran parte ripreso da quello di Fischer e, inoltre, lo stesso giocatore di scacchi è diventato campione del mondo dopo aver sconfitto un russo, in piena guerra fredda (vedi uno dei Film Coaching La grande partita).

La protagonista, Beth Harmon, per motivi di sopravvivenza psichica si muove con una personalità schizoide, staccandosi dall’emotività, ma celando in realtà un nucleo sensibile, depresso-reattivo. Scopre in orfanotrofio che la vita è meno dura se vissuta attraverso i farmaci, che le danno anche il potere di “vedere” e per certi aspetti “prevedere”. Beth fugge l’omologazione, e da subito si distingue rispetto alle altre e agli altri. Gioca a scacchi nello scantinato dell’orfanotrofio, quando viene adottata e frequenta le scuole, non si veste come le altre e non cerca di essere accettata. Contro corrente anche nelle gare di scacchi dove è praticamente quasi sempre la sola donna a giocare ad un certo livello. Non è facile trovare racconti sull’Archetipo del Folle, ma qui ci imbattiamo nella sua storia, dove dall’abuso di farmaci e alcol per poter sopravvivere e andare oltre, si passa alla guarigione riconoscendo il proprio valore, talento e unicità! Solo il Folle può farci vibrare queste frequenze e farci vivere la Libertà dell’Essere attraverso il coraggio e la follia dell’osare!!

Il personaggio di Beth Harmon, magistralmente interpretato da Anya Taylor-Joy, è al centro di una narrazione che si muove a doppio filo, tra speranze di vittoria, e paura di avere una donna in una posizione di “potere”.

Ho dato l’anima per questo ruolo. Eravamo io e Beth, e Beth e me. Abbiamo affrontato un viaggio insieme. E non ho mai avuto un legame così forte con un personaggio: se lei passava una brutta giornata, succedeva lo stesso anche a me… Ho adorato questo aspetto. La mia formazione da ballerina in realtà mi è stata d’aiuto, perché vedevo quelle scene come delle coreografie di danza per le dita. E sono brava a ricordami i passaggi, perciò imparavo tutte le partite 5 minuti prima di entrare in scena, utilizzando tutta la mia memoria a breve termine per impararne una alla volta...”

Grazie alla performance magnetica di Anya Taylor-Joy, la cura ottima nella realizzazione dei dettagli d’epoca, e una sceneggiatura emotiva e intelligente, La regina degli scacchi vive una vittoria assoluta!!

 

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