Queste sono le notizie che ci entusiasmano, queste sono le notizie che ci fanno amare ancora di più tutto ciò che proponiamo nei nostri corsi di formazione: la Camera ha approvato una legge per un programma di tre anni di sperimentazione per l’insegnamento delle cosiddette life skills per combattere il gap formativo dell’Italia rispetto al resto d’Europa e preparare i giovani alle sfide del domani!

Lo scorso gennaio è passata alla Camera, un po’ in silenzio, la proposta di legge che vuole introdurre in via sperimentale, nelle scuole di ogni livello, l’insegnamento delle cosiddette soft skills. Chiamate anche life skills, si tratta di insegnamenti che hanno più a che fare con la vita che non che le nozioni, vedi il problem solving, lo sviluppo della creatività e l’educazione emotiva.

Siamo di fronte a una possibile rivoluzione del sistema scolastico che porterebbe cambiamenti nel metodo di insegnamento, di apprendimento, ma anche nella gestione degli spazi e nella collaborazione tra i docenti. Ma soprattutto questa legge, o meglio questi insegnamenti, contrasteranno fenomeni molto diffusi in Italia, come il bullismo, l’abbandono e la dispersione scolastica (al 13,5% in Italia, un tasso superiore alle media europea) e aiuteranno i nostri studenti a essere adulti più consapevoli e forti e pronti al mondo del lavoro.

Le scuole che decideranno di partecipare alla sperimentazione dovranno presentare un progetto. Il primo anno sarà dedicato alla formazione dei docenti, mentre dal secondo anno le soft skills verranno introdotte in aula. Ma come? Le soft skills sono competenze trasversali che abbracciano tutte le discipline. Non ci sarà quindi l’ora di educazione emotiva, per esempio, o quella di creatività. Non saranno materie di studio, si tratta invece di attitudini che verranno “inglobate” dalle diverse discipline scolastiche. Quindi dall’ora di Italiano a quella di Educazione Fisica fino a Geografia e Storia, ogni lezione sarà un’opportunità per insegnare questo tipo di competenze.

Le soft skills sono fondamentali per lo sviluppo armonico di bambini, preadolescenti e adolescenti. L’OMS ne indica almeno 10, tra cui, per esempio, la lettura e la gestione delle emozioni, che lavorano sul benessere psico-fisico degli alunni. Si lavorerà sulla flessibilità, sulla consapevolezza di sé, sulla comunicazione efficace, sull’attitudine a risolvere i problemi e tanto, appunto, sulle emozioni. L’educazione emotiva è infatti fondamentale nello sviluppo dei più piccoli: essere intelligenti emotivamente vuol dire sapere gestire le emozioni spiacevoli che naturalmente accadono nella vita di tutti noi. Lo diceva già Daniel Goleman (psicologo e autore del famoso libro Intelligenza Emotiva, Ndr), l’intelligenza emotiva aiuta a sviluppare abilità educative ma anche scolastiche… aiuta nell’apprendimento. I professori si dovranno mettere molto in gioco e i metodi di insegnamento cambieranno, l’apprendimento diventerà corale e attivo!

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