Amanda Gesualdi intervista Alberto Biffi sulla sua ultima pubblicazione: “Oltre le strade sfavillanti”.

Una “discesa” on the road al cuore del Mental Coaching, in cui la finzione narrativa – condotta con sguardo sognante e a tratti cinematografico – non perde mai di vista la concretezza del Mental Trainer nel perseguire i propri intenti professionali ed etici. Un supporto indispensabile per consentire a chiunque lo desideri di mettere a fuoco la propria Road-Map, e così di individuare e raggiungere concretamente e senza alibi le proprie aspirazioni. Lo sguardo appassionato e partecipe adottato dell’autore nell’affrontare anche le parti più tecniche del suo percorso nel Mental Coaching è lo stesso sguardo aperto e responsabile verso di sé e verso ciò che si ama che viene richiesto a chi intende perseguire con determinazione i propri obiettivi. Obiettivi capaci di farsi “ecologici” – per usare un termine tecnico –, rispettosi della propria identità e di quella di chi ci circonda, ma che non possono mai rinunciare alla determinazione. Ecco allora che i personaggi – peraltro realissimi – che si alternano sulla scena offerta da un diner nel deserto americano, raccontando il loro “viaggio di formazione” auditori improvvisati ma partecipi, si fanno testimoni e interpreti di una crescita personale calata in una realtà gratificante e sostenibile, in cui apprezzare il presente e costruire un futuro individuale capace di sintonie. Ed ecco che quello che appariva come un “non luogo” si fa teatro di una umanissima rappresentazione. Pagine autobiografiche, a tratti dolorose, in cui partecipazione e condivisione paiono in grado di riaccendere in noi ottimismo, consapevolezza e determinazione, e con ciò di “definire” il vero ruolo del Mental Coaching.

 

 

“Il tuo viaggio è disegnato sulla Road-Map. La tua personale Road-Map. C’è una data di partenza, un du – rante – in cui sei, siamo, ora -. E, per quel che ci riguarda, è importante che sia chiara sin da subito anche la data dell’arrivo. È bene che sia stabilito con precisione l’intervallo di tempo in cui ti muoverai verso la meta. Qual è la differenza tra un sogno e un obiettivo? Una data. E non lo dico io, sono parole di Walt Disney; senza dubbio un maestro nella capacità di trasformare l’immaginazione in qualcosa di fruibile, e che diverte persino, intrattiene e stimola la riflessione. Ci siamo appena fermati in questa stazione di servizio, avvolti da un nulla apparente che possiamo concederci di ammirare per quello che è: uno sfondo tutto in divenire, proprio come l’avvio del cambiamento. Il fantasticare va trasformato in azione, e l’azione deve essere circoscritta in un arco temporale determinato: settimane, massimo mesi. È anche per questo che ti affianco. Siamo abituati a controllare la data di scadenza su ogni cosa che acquistiamo; è il momento di imparare che la nostra determinazione non è da meno. Se la si disperde nel tempo, l’energia rischia di affievolirsi, se non di svanire. A camminare senza scorgere un punto di ristoro ci si demotiva, le nostre gambe vanno molto meglio quando possono farsi un’idea della distanza. Quando l’orizzonte lascia intuire il profilo del punto d’arrivo, ecco che la forza nei muscoli, pur provati, si risveglia. E fa indietreggiare la tentazione a qualsiasi rimando, o rinuncia. […] Ecco perché un sogno, qualsiasi esso sia, deve tra – sformarsi in un obiettivo concreto. Ogni tappa va calata in uno scenario verosimile, che ti permetta di immedesimarti nella nuova realtà. Di sogni possiamo sempre riempirci la mente e la bocca, ma questo è il momento di puntare per bene sulla meta. Queste pagine raccontano che puoi raggiungerla davvero, e ti aiuterò a progettare ogni singola tappa della tua Road-Map. Basta alibi.”

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