Simona Simionato ha una esperienza pluriennale nelle Risorse Umane maturata in società di Executive Search. Attualmente ricopre l’incarico di Senior Research Manager, responsabile della gestione di tutti gli aspetti relativi al processo di ricerca di Executive. Pratica Yoga e Meditazione da diversi anni. Si è appassionata al Mental Coaching e a maggio 2022 è diventata Mental Coach di Primo Livello. Sta proseguendo gli studi per diventare Mental Coach Pro.

*** *** ***

Il Festival della Canzone Italiana, noto come Festival di Sanremo, è quella kermesse che nessuno ammette di guardare ma che poi tutti, in fondo in fondo, un po’ guardano! Inutile negarlo, il Festival di Sanremo è un evento per metà spettacolo e per metà fenomeno di costume che tiene milioni di telespettatori incollati per giorni alla TV.

I motivi per cui piace il Festival possono essere diversi: ascoltare le novità canore dei propri cantanti preferiti, soprattutto negli ultimi anni da quando si rivolge ad un pubblico eterogeno che abbraccia dai giovani rapper, diventati noti attraverso i Social o i Talent, ai cantanti affermati da tempo; soddisfare la curiosità per i vari look; giocare al FantaSanremo, fantasy game che coinvolge ormai milioni di italiani e, non ultimo, poter diventare tutti “giudici esperti” delle varie performance canore.

Ma esiste un altro modo per guardare il Festival di Sanremo… farlo con gli occhi di un Coach, ed è quello che mi ha spinto quest’anno a soffermarmi sulla manifestazione. È un ottimo esercizio poter osservare sotto una diversa prospettiva i cantanti e quello che ci trasmettono, ovviamente filtrati da uno schermo, non solo attraverso i testi delle loro canzoni, ma anche studiando i loro atteggiamenti, le loro posture e il loro modo di calcare la scena, magari conoscendo anche un po’ la loro storia personale e “utilizzandola” come se fosse l’output di una precedente Sessione di Coaching.

Con questo obiettivo, ho quindi scelto dieci cantanti, li ho visualizzati, come se stessi conducendo una Sessione di Coaching one to one, e ho immaginato di porre a ciascuno di loro una Domanda, da Coach a Coachee. Le Domande poste agli ipotetici Coachee sono, evidentemente, immaginarie e non prevedono una risposta su cui lavorare; ma saper indirizzare il proprio focus, non giudicante, anche su situazioni non reali e immedesimandosi in esse, è un utile allenamento per migliorare la capacità di analisi e di formulazione della Domanda, essendo la Domanda strumento essenziale della Cassetta degli Attrezzi di un Coach.

*

Le Domande poste agli ipotetici Coachee sono le seguenti:

Elodie

Ha rilasciato interviste nelle quali spiegava di non aver avuto una vita facile, dovendo combattere contro la rabbia che provava. Ma ha sempre avuto un sogno, quello di cantare.

D: Dove hai focalizzato la tua rabbia nel raggiungimento del tuo obiettivo e realizzazione del tuo sogno? E in cosa si è trasformata, nel tempo, questa emozione?

*

Lazza

Sul palco ha dimostrato di essere sicuro di sé e consapevole delle proprie potenzialità.

D: Cosa ti è piaciuto di meno della tua performance e cosa avresti fatto in modo diverso?

*

Rosa Chemical

Ha rilasciato un’intervista in cui affermava di essere un “Trasformatore di sogni in realtà”.

D: Ti diverti e ti piace far divertire. Quali sono le risorse a cui attingi per raggiungere i tuoi obiettivi divertendoti?

*

Modà

Kekko ha rilasciato interviste nelle quali raccontava che la depressione che lo ha colpito gli impediva di salire sul palco.

D: In che modo fare parte di un Team, la tua band, ti ha aiutato a focalizzare le tue risorse nel superare la paura di salire sul palco e quali potenzialità sopite hai riscoperto in te?

*

Gianluca Grignani

Per Gianluca Grignani salire sul palco è stato come rinascere.

D: Quale obiettivo si è posto questo nuovo Gianluca?

*

Giorgia

La carriera di Giorgia parla da sola.

D: Costanza, determinazione, fiducia in se stessi: quale altro talento senti di possedere che ti ha permesso di arrivare dove sei ora?

*

Anna Oxa

Anna Oxa è alla ricerca costante della spiritualità dell’anima.

D: Quali interferenze pensi di poter incontrare nel tuo cammino spirituale per raggiungere la tua personale Realizzazione del Sé?

*

Leo Gassman

Padri e figli.

D: Su quale emozione hai lavorato, o stai ancora lavorando, per gestire con consapevolezza l’essere figlio di un personaggio famoso?

*

Madame

In un’intervista ha dichiarato di essere stata vittima di bullismo a scuola.

D: Qual è l’episodio più significativo che ti ha reso consapevole della tua forza interiore?

*

LDA

Ha avuto problemi tecnici sul palco durante una delle esibizioni.

D: Qual è stato il tuo primo pensiero quando ti sei accorto del problema audio nella seconda serata?

*

John Whitmore, padre del Coaching, nel suo libro “Coaching – Come risvegliare il potenziale umano nella vita professionale e personale”, a proposito delle Domande scrive: “Sono le domande, piuttosto che le istruzioni o i consigli, a generare al meglio la presa di coscienza e la responsabilità”.

Questo è il motivo per cui un Coach deve imparare a formulare in modo corretto le Domande perché, sempre riferendoci a Whitmore, “Le domande efficaci promuovono pensiero proattivo e concentrato, attenzione e osservazione”. Saper porre le Domande “giuste”, non giudicanti, è conditio sine qua non per un Coach.

Il potere delle Domande è quello di direzionare il focus dell’attenzione dei nostri Coachee, permettendo loro di percepire, sentire e cogliere il nostro interesse e di aprirsi a esplorare consapevolmente se stessi e gli argomenti da trattare. Quando una Domanda non viene posta in modo appropriato, genera una risposta non adeguata che produce inefficacia nell’identificazione dell’interferenza, rischiando di creare chiusura.

Non esiste la “Domanda perfetta” ma esiste, per un Coach, l’essere nel “Qui e Ora” con il proprio Coachee, ascoltandolo e osservandolo: questo crea la “Domanda potente”. Il suggerimento è allenarsi, allenarsi, allenarsi, ogni qualvolta se ne ha l’occasione… anche con i cantanti del Festival di Sanremo!

Translate »