Andrea Rognoni, Mental Coach Pro, ricopre l’incarico di Manager Area Collegi Universitari per University Coaching®. È iscritto all’Albo dei Mental Coach di Primo Livello e Pro, di Bocconi Sport Team (vedi il link). È inoltre formatore per la sicurezza sul lavoro, in possesso dei requisiti previsti dall’accordo Stato Regioni e certificato AiFos di cui è membro, oltre ad essere Auditor per la ISO 19001 in merito ai sistemi di gestione ambientale, della qualità e della sicurezza.

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Sappiamo bene che il Coaching è la capacità di assistere qualcuno nel suo processo di apprendimento, cambiamento e innovazione, incrementando fiducia e motivazione, sviluppando talento e capacità.

La sicurezza sul lavoro rappresenta, mai come oggi, uno degli aspetti più rilevanti all’interno di una azienda; il D.Lgs 81/08 ovvero il “Testo Unico per la Sicurezza del Lavoro” stabilisce e rafforza, tra le altre cose, un concetto fondamentale e innovativo: il lavoratore diventa parte attiva nel processo relativo alla sicurezza sul lavoro, acquisendone anche parte di responsabilità. Il lavoratore stesso deve quindi partecipare attivamente alla sicurezza propria e dei colleghi, sia in termini di attenzione e rispetto delle regole, sia in termini di creazione di una cultura della sicurezza.

I metodi tradizionali per il rispetto del Decreto da parte delle aziende sono generalmente la valutazione dei rischi, la formazione del personale, i dpi, le sanzioni, gli audit. Spesso, però, questi metodi vengono limitati ed intralciati da interferenze interne come comportamenti non conformi alle indicazioni, convinzioni errate, abitudini “si è sempre fatto così”: queste resistenze sono difficili da scardinare.

La formazione in ambito sicurezza sul lavoro viene purtroppo qualche volta vista come perdita di tempo e di denaro, come un obbligo da assolvere, allo stesso modo i DPI, dispositivi di protezione individuali, vengono visti come un impiccio, non come un angelo custode. Difficilmente, in questo modo, la sicurezza diventa una opportunità di crescita, del lavoratore, ma anche dell’azienda stessa. Come possiamo fare?

Il Coaching è la soluzione giusta in quanto aiuta a creare solide relazioni, sviluppa nuove abilità e comportamenti non imposti o “dettati” ma interiorizzati. Applicato alla Sicurezza vede l’azienda e tutti gli attori, lavoratori, dirigenti, preposti, Aspp, Rspp, come un team; tutti devono agire proprio come una squadra, ognuno nel suo ruolo e, allo stesso tempo, al servizio degli altri.

L’obiettivo del Safety Coaching, la sicurezza sul lavoro abbinata alle competenze del Mental Coach, è quello di sviluppare le potenzialità di ognuno, creare indipendenza e soprattutto creare la consapevolezza dei rischi e la percezione dei pericoli. Attraverso quali tecniche? Si possono individuare due momenti fondamentali in cui applicare le tecniche di Coaching: il primo è durante la formazione, il secondo durante il lavoro.

Il Coaching, attraverso le sue tecniche, crea un approccio alla materia completamente diverso dal tradizionale; aiuta a interiorizzarla, a farla propria, creando quella cultura della sicurezza che diventa indispensabile per l’apprendimento. In che modo? Tramite l’ascolto attivo il docente si fa carico di ascoltare “attivamente” i partecipanti: ognuno ha la sua esperienza da portare, le sue difficoltà e le manifesta con la comunicazione verbale e, soprattutto, paraverbale. Il coach ascolta tra le righe per cogliere quello che non si riesce a dire; ciò permette di individuare le criticità, in ambito sicurezza, delle fasi di lavorazione o delle procedure; tutto ciò avviene in assenza di giudizio.

Attraverso il coinvolgimento, il Coaching aiuta a migliorare l’apprendimento: sviluppando l’indipendenza del partecipante al corso, sviluppa la presa di coscienza. “La vera arte del coaching sono le domande”, il Coaching crea domande invece di dare solo risposte. Tutto ciò contribuisce alla partecipazione attiva dei corsisti e li aiuta a fare chiarezza sui propri obiettivi, a motivarsi in modo naturale, a sciogliere i blocchi, e a scoprire nuove capacità in sé o ad imparare cose nuove.

La consapevolezza del rischio si genera tramite la conoscenza e la concentrazione e attraverso l’osservazione e l’interpretazione dell’ambiente che ci circonda. Uno dei principi del Coaching è proprio la presa di coscienza; “Posso controllare solo ciò di cui sono conscio, ciò di cui non sono conscio mi controlla, avere coscienza mi dà potere”, John Whitmore.

Il Coaching aiuta a prendere coscienza di sé, in particolare quando le nostre emozioni distorcono le percezioni. Attribuire le colpe riguarda la paura di affrontare una situazione o una particolare criticità. La paura di essere incolpati, di conseguenza, inibisce i processi di riconoscimento ed ammissione delle inefficienze di un sistema rendendo impossibile l’implementazione di adeguate misure correttive.

Ritengo che prima ancora di insegnare i concetti legati al DM81/08 si debba procedere al creare una cultura della sicurezza: la figura del Safety Coach aiuta nel creare consapevolezza dei rischi e, di conseguenza, una cultura della sicurezza.

 

  • Allenarsi alla sicurezza

Non basta la formazione, come un atleta dobbiamo continuamente allenarci alla sicurezza, com’è quindi un allenamento per la sicurezza L’allenamento per la sicurezza utilizza le tecniche proprie del Coaching: visualizzazione, dialogo interno, concentrazione e momenti di Coaching di gruppo e personale.

Chi ha raggiunto qualcosa di importante lo ha visualizzato prima nella sua mente. Nel Safety Coaching può essere insegnata quale tecnica di allenamento per affrontare meglio ed in sicurezza particolari fasi di lavoro, ed anche per tenere sotto controllo il nervosismo e l’ansia aumentando in questo modo la sicurezza ed il controllo delle proprie azioni.

Se pensate di potercela fare o se pensate di non potercela fare avrete comunque ragione”, Henry Ford: riuscire a controllare il pensiero negativo trasformandolo in positivo vuol dire essere in grado di controllare le proprie azioni. La concentrazione è la capacità della persona di esercitare uno sforzo mentale intenzionale sulla cosa più importante in una data situazione.

Appare evidente, quindi, come una capacità simile possa essere determinante in un ambiente di lavoro a rischio elevato, dove il controllo di sé e delle proprie emozioni possono risultare fondamentali nel prendere una decisione prima e meglio. Il Safety Coach si occupa anche di creare dei momenti di Coaching di gruppo ed individuale, per mettere a punto le strategie e mantenere attivo il team. Particolare attenzione è posta alla condivisione, fondamentale per creare e mantenere un clima di fiducia e conoscenza reciproca basilare.

Quale sarà lo scenario futuro della sicurezza sul lavoro? Per essere efficace, il “fare sicurezza” deve avere la capacità di ispirare il cambiamento. Il Safety Coaching permette di avere il solo obiettivo della tutela dell’integrità della persona per ottenere atteggiamenti migliori e duraturi nel tempo; solo così si riuscirà ad andare oltre la semplice burocrazia dell’adempimento ad una norma.

Il nuovo modo di intendere la sicurezza è quello del Safety Coaching. Tutto ciò non potrà che produrre l’obiettivo “Infortuni zero” a cui ogni impresa, ma in linea generale, ogni uomo, deve aspirare. “Agisci come se quello che fai facesse la differenza. La fa.” William James.

 

Andrea Rognoni ha scritto per noi anche il seguente articolo:

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