Andrea Rognoni, già Mental Coach di Primo Livello, sta perfezionando il suo percorso in tal senso, frequentando con successo il Corso per divenire Mental Coach Pro. Andrea, anche Formatore per la Sicurezza sul Lavoro, ci offre un estratto della relazione sul libro “La via della Leggerezza”, uno dei testi del corso.

Il libro inizia con la parola Serendipity, fenomeno secondo cui scopriamo qualcosa di imprevisto nell’intento di cercare qualcos’altro. Mi colpisce questo termine, può essere applicato ad ogni ambito.

Siamo appesantiti, mi sento appesantito, nel corpo ma soprattutto nei pensieri. Appesantito dalla sofferenza, dalla noia, dalla mancanza di fiducia, dal non vedere il senso della vita. Questo è stato uno dei motivi che mi ha spinto ad iscrivermi al corso di Mental Coaching. Ho scoperto poi, che dovevo essere Coach prima di poterlo fare e per esserlo dovevo lasciare andare, i chili, i pensieri…

Sono finalmente consapevole che non basta una dieta per mesi o anni: è lo stile di vita che occorre cambiare per sempre. Questo per me è iniziato nel mio percorso di Coaching e, ora, è entrato nel vivo.

Ho iniziato, come viene spiegato nel libro, ad adottare il digiuno dai pensieri pesanti, dai cibi pesanti, dai veleni delle abitudini di vita. Ho cominciato a togliere quello che è propriamente definito da Berrino “piombo”. Digiuno e attività fisica favoriscono l’efficienza dei circuiti nervosi prevenendo depressione e l’ansia.

Ho avuto la conferma che si deve proteggere il cervello dalla industria alimentare, dalla televisione e dal web, dobbiamo riscoprire chi siamo veramente e non chi la società e il lavoro ci chiedono di essere. Per farlo dobbiamo decidere chi volgiamo essere, cosa rende felici, cosa ci fa sentire a casa.

Mi sono consolato scoprendo che nel nostro DNA è presente l’istruzione di riempire la pancia ogni qual volta che si ha da mangiare, infatti il Creatore non aveva previsto che ci sarebbe stato un tempo in cui il cibo sarebbe stato disponibile ogni giorno in quantità illimitata senza necessità di impegno fisico per procurarselo. La natura, nella sua perfezione, non ci ha quindi fornito strumenti per difenderci dal troppo cibo.

Se oggi fosse il tuo ultimo giorno cosa faresti? Sicuramente non andrei a chiudere gli ultimi progetti di lavoro…

“Dobbiamo accettare il fatto che il cambiamento è la natura dell’esistenza, che non tutto è prevedibile, che molte sorprese saranno sgradevoli e che ci coglieranno impreparati, sapendo di essere colti di sorpresa quando si è liberi e leggeri è più facile che essere sorpresi pesanti e prigionieri”. Il cibo può diventare un fantastico alleato quando non si hanno energia, consapevolezza, e coraggio per affrontare determinate situazioni.

Qual è il fulcro più importante della mia vita in questo istante? Ciò che in assoluto in questo momento è più importante nella nostra vita è il fulcro da cui deve dipendere tutto il resto. L’unica via per la pace è mantenersi nel presente, essere totalmente presenti in ogni istante e aprirsi alla vita come mai accaduto prima. Questa frase del libro la voglio collegare al “qui ed ora” che abbiamo già incontrato durante il corso.

Perdonare non significa dimenticare: al contrario perdonare e riuscire a tenere bene a mente ciò che è successo ma svuotandolo dal dolore, dalla rabbia, dal rancore, e dalla paura che lo caricano. Perdonare non è scusare l’altra persona né tantomeno giustificarlo: il perdono è un atto che non condona ciò che è successo ma dal momento in cui ci si è liberati dalla necessità di reagire permette alle nostre azioni di diventare frutto di consapevolezza. Perdonare non significa necessariamente riconciliarsi con la persona da cui ci sentiamo feriti: il perdono è un atto che riguarda soprattutto la nostra interiorità non deve necessariamente tradursi in un’azione; non necessariamente si riflette all’esterno di noi stessi. Perdonare non significa “non agire”: significa agire liberi da odio, rabbia, risentimento e senso di colpa. Perdonare non significa accettare passivamente le circostanze o rassegnarsi ad esse. Perdonare è il processo attraverso cui usciamo dalla spirale di rancore e di collera, e riprendiamo nelle nostre mani il potere di essere protagonisti della nostra vita.

Ecco, tutto ciò è entrato nella mia mente, ora sta a me metterlo in pratica. Nel perdonare se stessi, inoltre, ci accettiamo con tutti i nostri difetti e questa forse è la fase più difficile.

Serenity Prayer è la preghiera della serenità è stata scritta nel XX secondo dal teologo protestante Reinhold Niebuhr. La riporto perché me la voglio ricordare, va oltre ogni confessione religiosa.

Signore concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, la forza e coraggio di cambiare le cose che posso cambiare, e la saggezza di conoscerne la differenza.

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