Perché nasce UC STUDENT DESK? Per guidare lo studente alla scoperta del proprio mondo interiore e delle tecniche di Coaching utili per allenare e sviluppare strategie efficaci per gestire i momenti di cambiamento e/o di crisi, e per vivere il proprio percorso di formazione al meglio e con soddisfazione.
Perseguiremo insieme migliori Performance e Ben-Essere grazie a sessioni di gruppo online, approfondendo attraverso attività interattive e momenti di condivisione i seguenti aspetti fondamentali per la vita dello studente: consapevolezza, automutilazione, gestione delle emozioni, gestione dello stress, goal Setting.
Chi è lo “studente”? Chiunque, iscritto ad un percorso formativo, necessiti di migliorare la propria performance, godendo del percorso formativo stesso!
Cos’è una “sessione di gruppo”? Lo strumento di crescita personale in grado di valorizzare l’attività di Coaching, solitamente svolta a livello individuale, attraverso le dinamiche di confronto e di condivisione di esperienze gestite e guidate dal Coach. In ogni sessione verrà approfondito uno specifico aspetto della vita da studente che verrà sviluppato attraverso i feedback e l’intervento attivo dei partecipanti. Ad ogni sessione partecipano al massimo 8 studenti per garantire l’interazione necessaria per il lavoro individuale e di condivisione.
UC Student Desk nasce dall’iniziativa delle nostre Coach Cecilia Gandini e Marta Silvino a seguito della arricchente esperienza e dei feedback ricevuti dagli studenti durante il ciclo di webinar “La Mente, istruzioni per l’uso per lo Studente”, che presto sarà disponibile per tutti anche in formato ebook acquistabile sul nostro sito.
- Per informazioni ed iscrizioni ad una o più sessioni di gruppo scrivere a: cecilia.gandini@universitycoaching.it
- Qui di seguito trovi il Calendario delle sessioni in programma e le relative quote d’iscrizione. Non perdere l’occasione, i posti sono limitati!
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Il mondo delle università ha subìto, nel corso di questi mesi di emergenza sanitaria, problemi molto simili a quelli affrontati dalla scuola. Non sono state sufficientemente indagate le conseguenze, a breve e a lungo termine, di misure che in poco tempo hanno sconvolto la quotidianità della comunità accademica. A maggio 2020, subito dopo la fine del lockdown di marzo e aprile, un gruppo di ricerca composto da alcuni giovani ricercatori di diversi atenei italiani ha diffuso, con la collaborazione del CNSU (Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari), un questionario il cui scopo era raccogliere dati e opinioni sul modo in cui gli studenti universitari hanno vissuto quel primo periodo di chiusura. La ricerca, i cui risultati sono stati sviluppati nei mesi successivi, ha poi dato vita a un volume dal titolo “Sotto esame. La vita degli studenti universitari al tempo del Covid-19” curato da Giuseppe Monteduro, docente di Sociologia all’Università del Molise.
La ricerca condotta in Italia da Commodari et al. (2021) ha valutato la percezione del rischio per la salute e l’impatto psicologico dell’esperienza di quarantena sugli studenti universitari durante la prima ondata della pandemia, nell’aprile-maggio 2020, ovvero nel precedente periodo di blocco totale. Il 57,8% degli studenti già in quella prima fase riportava di aver studiato meno del solito durante il lockdown e il 47,5% temeva che questa emergenza potesse incidere negativamente sulla carriera universitaria. Venivano riscontrati significativi effetti psicologici del periodo di quarantena negli studenti universitari. In particolare, gli studenti riferivano aumento, rispetto al solito, di sentimenti di tristezza (51,3%), nervosismo (64,6%) e irritabilità (57%), insieme a difficoltà di concentrazione (55,9%), disturbi alimentari (73,6%) e del sonno (54,5%), tachicardia (65%) e tendenza a piangere (65%).