Il logo Nike come strumento di coaching!

L’attuale logo della Nike, lo Swoosh o Ala ideato nel 1971 da Carolyn Davidson, è uno dei marchi più conosciuti al mondo. Ritenendo che rispecchi il percorso di Phil Knight, il suo fondatore, abbiamo pensato all’utilizzo dell’attuale forma di questo logo come strumento di Coaching e lo abbiamo chiamato “Victory Road”.

Il suo impiego è articolato in quattro fasi…

  1. Lettura del logo Nike come road map e come gesto grafico. Il logo ha due vertici opposti, situati alla stessa altezza e collegati da due linee curve. Se poniamo nel vertice a sinistra il punto di partenza di un cliente verso il suo obiettivo e nel vertice a destra l’obiettivo stesso, è possibile paragonare il tracciato che unisce i punti a una road map in cui la curva più in basso rappresenta il percorso che il coachee compie per arrivare al risultato e la curva superiore alla riflessione sull’esperienza svolta. Analizzando il logo da un punto di vista grafico osserviamo che esso inizia con una flessione verso il basso orientata a sinistra rappresentando, simbolicamente, il momento in cui la persona attinge alle credenze che ha costruito in base alle esperienze passate e, nello stesso tempo, prende energia per raggiungere il suo obiettivo. Il grafico, successivamente, ascende per culminare nel punto dove si trova l’obiettivo traducendo lo sforzo muscolare compiuto dalla persona nell’impegno mentale che le occorre per rimanere focalizzata sul raggiungerlo. Una volta arrivato al vertice di destra, il gesto grafico collega il punto finale con quello iniziale, entrambi posti alla stessa altezza, attraverso una forma simile a quella tracciata inizialmente, che evoca il simbolo della coppa sia come immagine di vittoria, sia come spazio per accogliere in modo nuovo il proprio passato senza giudicarlo.
  2. Consegna dell’esercizio al cliente/atleta. Dopo aver opportunamente spiegato entrambe le letture al proprio cliente, il Coach gli chiederà di riprodurre il logo con la seguente consegna: “Da oggi fino al nostro prossimo incontro, ti propongo di ritagliarti uno spazio in cui concentrarti per riprodurre 10 volte questo logo nel modo più fedele possibile e, contemporaneamente, visualizzerai il tuo percorso dallo stato attuale a quello dell’obiettivo realizzato. Per riprodurlo puoi usare qualsiasi materiale (carta bianca, colorata, dimensioni grandi o piccole, liscia o ruvida, …) e qualsiasi strumento che preferisci (matite, pennarelli, penne, pastelli, tempere,…). Lo scopo non è esercitare la riproduzione del logo stesso quanto usarlo come simbolo del tuo percorso. Quando avrai riprodotto il logo 10 volte, ti chiedo di annotare ciò che hai provato durante l’esecuzione dell’esercizio, le parole che hai pronunciato nei tuoi confronti e quelle che hai immaginato ascoltare dagli altri. Il giorno del nostro prossimo appuntamento porterai questo materiale e ci lavoreremo insieme”. Al secondo incontro il Coach, attraverso opportune domande, aiuterà il cliente ad acquisire consapevolezza del suo vissuto, delle emozioni provate circa il raggiungimento del proprio obiettivo. Per questo il coach chiederà al coachee di collocarsi, con un punto lungo la curva posta più in basso, esattamente dove si percepisce rispetto all’obiettivo ed anche questa valutazione sarà oggetto di condivisione nella seduta.
  3. Riconoscere gli ostacoli. Per valutare il modo in cui il cliente percepisce gli ostacoli disseminati lungo la sua road map, il Coach, dopo aver restituito un apprezzamento sincero al proprio cliente per il lavoro e le riflessioni svolte, suggerirà una diversa consegna: “Da oggi fino al nostro prossimo incontro, ti propongo di riprodurre ancora per 10 volte al giorno il logo della Nike ma utilizzando un foglio ruvido e una matita 5H”. Tale richiesta si basa sulla possibilità di permettere un’esperienza reale della percezione degli ostacoli in quanto l’incisione su una superficie ruvida richiede uno sforzo fisico maggiore dovuto alla tessitura cartacea e allo strumento che non scorre su di essa, anzi nonostante il gesto richieda un grande impegno, il tracciato è molto sottile, quasi invisibile. Nel terzo incontro il coach approfondirà la percezione del cliente rispetto a questa consegna invitandolo a trasporre quanto provato durante l’esercizio al suo percorso verso il risultato a cui aspira.
  4. Valorizzazione delle risorse. Per implementare lo stato di risorsa del proprio cliente questa volta il Coach modificherà la consegna nel modo seguente: “Da oggi fino al nostro prossimo appuntamento ti chiedo di tracciare per 10 volte al giorno il logo della Nike su un foglio ruvido ma utilizzando un pennarello di cui tu sceglierai il colore; può essere sempre lo stesso tutti i giorni, tutte le volte o puoi modificarlo a tuo piacimento”. Il pennarello offre una maggiore scorrevolezza rispetto alla rugosità del foglio e riduce sensibilmente quella difficoltà dell’eseguire il tracciato, sperimentata precedentemente, dovuta all’attrito tra la punta scrivente e la grana del foglio. Il Coach evidenzierà al cliente come, pur rimanendo uguale la situazione-stimolo rappresentata dal foglio, utilizzare strumenti diversi produce sensazioni diverse. Pertanto stimolerà la consapevolezza delle risorse del coachee osservando sia quali sono sia come le impiega e se ne occorrono di nuove o specifiche per arrivare all’obiettivo.

Dopo che il cliente avrà raggiunto il suo obiettivo, il coach stimolerà una riflessione procedendo a ritroso nel cammino compiuto (graficamente corrisponde alla curva più in alto) esplorando come questo risultato si iscrive nella sua storia personale in termini di esperienza, valori personali e percezione di sé. Infine il Coach chiederà al suo coachee di creare un logo che rappresenti la sua personale road map che traccerà ogni volta che desideri conseguire un traguardo.

Articolo a cura di Agnese Giannoni e Giuseppe Marano

 

 

Agnese Giannoni nasce a Pietrasanta il 10 novembre 1970. Si laurea in Psicologia Clinica e di Comunità presso l’Università di Padova con la Prof.ssa Passi Tognazzo con una tesi relativa all’applicazione del test di Rorschach a soggetti suicidari. Ha svolto tirocinio presso il servizio di Neuropsichiatria Infantile e il Reparto di Psichiatria dell’Ospedale Santa Chiara a Pisa durante il quale ha collaborato a importanti ricerche scientifiche. Ha proseguito la sua formazione presso l’Istituto Riza con una lettura simbolica dei disagi che si esprimono in forma prevalentemente psicosomatica. Ha conseguito il Professional Certificate in Psicologia Forense e recentemente si è diplomata in Mental Coaching presso Bocconi Sport Team. Ha all’attivo diverse pubblicazioni tra cui le più recenti sono “OSA GAME. Il viaggio verso l’Obiettivo” e “Dal cyberbullismo al Cyber-rispetto”. Ha partecipato in qualità di relatrice a convegni del settore e ha condotto seminari per la formazione degli operatori e dei volontari di strutture Onlus. Per University Coaching ha scritto i seguenti articoli: O.S.A. Game e L’Eroe ed il Coronavirus.

Giuseppe Marano nasce ad Avellino il 13 maggio 1982. Grafologo forense formato presso l’Associazione Italo-francese di grafologia (AGIF) e presso “La Sapienza” – Università di Roma. Iscritto all’Albo dei consulenti Tecnici del Giudice del Tribunale di Roma, docente di grafologia generale e perizia grafogiudiziaria. Membro della Commissione esaminatrice dell’associazione grafologi Professionisti (AGP) nei settori di grafologia Giudiziaria e Consulenza Professionale e Grafologo Senior dell’istituto Analisi Grafologiche. Mental Coach diplomato presso Bocconi Sport Team. Negli anni ha collaborato a numerosi progetti di ricerca con l’Università Cattolica del Sacro Cuore, Fondazione Policlinico Universitario “A. Gemelli” tra cui “Mental Coaching e Counseling per pazienti bipolari: confrontarsi con un momento di crisi in tempo di COVID-19”. Ad oggi è autore di diverse pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali e relatore in numerosi seminari e convegni presso Università e Associazioni.

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