Daniela Simionato collabora da moltissimi anni con l’Università Bocconi di Milano, Divisione Sport & Wellness, attraverso la Società Sportiva Bocconi Sport Team. Si è diplomata Mental Coach Professionista con Bocconi Sport Team e University Coaching®. Dal 2016 al 2022 ha contribuito, insieme ai docenti Amanda Gesualdi e Alberto Biffi, alla creazione e allo sviluppo del “Progetto Mental Coaching” per Bocconi Sport Team. Dapprima un percorso specifico per soli allenatori e dirigenti sportivi, successivamente, attraverso i percorsi di formazione “Mental Coaching di Primo Livello – Imparare il Mental Coaching” e “Mental Coaching Pro – Diventare Mental Coach” aperti ad un target più ampio. Oggi è anche nostra Mental Coach e Ambassador.

In questo articolo ci propone una sua relazione sul film Divergent di Neil Burger (Usa 2014).

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“Potenzialità e Virtù”, “Gestione delle Emozioni” e “Controllo” sono i temi principali che mi hanno maggiormente colpito nel film “Divergent”. L’intera struttura della storia, che minuziosamente a mio avviso ripercorre gli insegnamenti trattati da Martin Seligman nel libro “Fai fiorire la tua vita”, si articola nella suddivisione della popolazione di Chicago in diverse “Fazioni”, ognuna delle quali riconducibile alle caratteristiche della personalità, e del carattere, di ciascun membro, in relazione alle proprie Performance all’interno della Comunità che bene rappresentano alcune delle 24 Potenzialità – e relative 6 Virtù – individuate proprio da Seligman.

“Amore per l’apprendimento”, “Discernimento, pensiero critico, apertura mentale”, “Ingegnosità, originalità, intelligenza pratica, saggezza della strada“, “Lungimiranza” (Virtù della Saggezza e della Conoscenza) per gli Eruditi. “Gentilezza e Generosità” (Virtù dell’Umanità e Amore), “Gratitudine”, “Speranza, ottimismo, capacità di guardare al futuro”, “Allegria e umorismo” (Virtù della Trascendenza) per i Pacifici. “Integrità, Genuinità e Onestà” (Virtù del Coraggio) “Senso civico, dovere, lavoro di squadra, lealtà”, “Imparzialità ed equità” (Virtù della Giustizia) per i Candidi. “Valore e audacia” (Virtù del Coraggio), “Leadership” (Virtù della Giustizia) per gli Intrepidi; “Autocontrollo”, Umiltà e Modestia” (Virtù della Moderazione) per gli Abneganti. Ci sono poi gli Esclusi, coloro che vengono espulsi dalla fazione di appartenenza perché ritenuti non conformi al gruppo prescelto. Infine, i Divergenti come la protagonista Beatrice – Tris, ovvero coloro che per caratteristiche della propria personalità e del proprio carattere possono rientrare in più di una Fazione, pertanto persone oserei dire “pericolose”, poco controllabili e una potenziale minaccia per la società.

Come nella vita reale ciascuno di noi possiede alcune Potenzialità innate, e del tutto personali, in grado di utilizzare ed esprimere in modo naturale, così in Divergent i cittadini sono liberi di scegliere a quale Fazione appartenere, sulla base della loro maggior identificazione con i valori che ciascuna di esse rappresenta, sostenendo un Test Attitudinale orientativo il giorno prima della Cerimonia della Scelta: “Io voglio che tu scelga chi sei veramente e qual è il posto a cui appartieni e non per il desiderio di essere qualcuno che non sei, ma perché arrivi a conoscere profondamente te stessa. Voglio che tu scelga con saggezza. E so che lo farai!” dice Jeanine degli Eruditi a Beatrice. Le Potenzialità ci appartengono, ci identificano e ci rappresentano, ecco perché è importante conoscerle – anche per conoscere meglio sé stessi – coltivarle, svilupparle, assecondarle e liberarle. Solo così il nostro vero e profondo io può manifestarsi nella sua vera essenza, e solo così ciascuno di noi è in grado di cogliere quella sensazione di Benessere che ci insegna Seligman. Tris, ad esempio, una volta accettata dal gruppo degli Intrepidi, quando riesce a superare le prove cui Eric la spinge, prova soddisfazione e compiacimento per i suoi Obiettivi raggiunti. Infine, un chiaro rimando al tema delle Potenzialità trattato da Seligman, in particolare sulla capacità e sulla possibilità di sviluppare e allenare le proprie Potenzialità, ci viene offerto dall’Intrepido Quattro quando, rivolgendosi a Tris in merito a come vorrebbe essere – onesto, gentile, coraggioso, altruista, intelligente – dice “Sul gentile ci sto lavorando”, ovvero sulle Potenzialità si può e si deve dunque lavorare.

Un secondo tema molto importante emerso, a mio avviso, dal film è quello della “Gestione delle Emozioni” e del “Controllo”. La Paura è sicuramente un’emozione che viene sperimentata per gran parte del film con la necessità di controllarla e gestirla. Gli Intrepidi, infatti, devono superare le loro paure sostenendo delle prove pericolose riprodotte in una realtà parallela, virtuale: “Attraverso un duro addestramento in due moduli, uno fisico e uno mentale, affronterete le vostre paure e le vincerete, se loro non vinceranno voi, fino al punto di rottura”; così Quattro, istruttore di Tris e adepto di Eric – uno dei leader della Fazione degli Intrepidi, si rivolge ai nuovi arrivati. “Sforzo”, coraggio, determinazione, forza di volontà, focus, insieme a capacità di reazione, attenzione e apertura ai consigli che le vengono dati, permettono a Tris di raggiungere i suoi Obiettivi; importante da sottolineare la particolare capacità di Tris di controllare la propria Mente, attitudine che le permette di superare le prove che le vengono proposte, e quindi le sue paure, soprattutto durante l’addestramento fisico. Un’altra forma di Controllo che viene affrontata nel film è quella più grande del “Controllo sulle persone”, sulle loro menti, sulle loro azioni e quindi sulla libertà dei cittadini e delle varie Fazioni: “La gente si è sempre sentita minacciata dai Divergenti. Tu non sei conforme, la tua mente lavora in mille modi diversi. E loro hanno paura di te”, dice la mamma a Tris. Chi è “diverso” dal gruppo, nel film, ma anche nella nostra vita reale, è difficilmente governabile, prevedibile e questo spaventa. Chi ha ideali e valori diversi dalla comunità, chi si distacca dal “gregge”, chi si lascia guidare dai propri istinti e dalle proprie emozioni, è sempre più pericoloso di chi si adegua e si conforma al gruppo.

Per concludere, vorrei citare un piccolo passaggio osservato nel film che mi ha ricordato il concetto di Sé 1 e Sé 2 affrontato nel testo di Timothy Gallwey “The Inner Game of Tennis”: “Non pensare, salta! Buttati sulla rete!” Tris lo dice al padre quando devono entrare nel territorio degli Intrepidi che richiede necessariamente di buttarsi da un tetto molto alto atterrando su una rete. La mente, ovvero il Sé 1, non deve controllare le azioni del Sé 2: il padre deve lasciarsi andare e lasciarsi guidare, fidarsi di sé stesso e di quello che succederà. In questa scena, inoltre, è ripreso il concetto dell’Emozione della Paura che deve essere superata per aiutare il resto della Comunità.

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